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Scrittura e tutto il resto...

La delizia del monologo: omaggio a C.B

Pubblicato su 23 Maggio 2013 da AndieTheKid

La delizia del monologo: omaggio a C.B

Attiguo a casa sua stava un palazzo moresco,
denunciato dal salmastro, orientale, come un riflesso sbiadito.
Scrostato sotto le volte degli archi e sulle cupole.
Abitato l'inverno da Cristiani comodi che nell'estate pagana cedevano
le due ali sul mare per non morire di fame.
Proclamato la fine dello stato d'assedio,
quel palazzo sarebbe diventato il quartier generale dei Turchi che di tra le viole
del cielo assolato avevano ammainato le mezzelune.

Quella costruzione era un sunto di storia, oppure no.
Era il suo carnefice convertito proprio quando toccava a lui, cinquecento anni fa.
Le esecuzioni di 800 e più martiri ebbero luogo in un campo di grano di quei coloni
inturbantati che mietevano spighe d'oro ingemmate in cinabro,
impazziti all'incanto di quella miniera di Fede.


In quell'occasione egli pensò che sarebbe stato facile incontrarsi un' ultima volta.
Era un santo a pregarla. Perciò le aveva scritto: "Vieni, stavolta è grave".
E la risposta di Lei fu "stai tranquillo, ora non posso davvero. Vedrai che tutto andrà bene".
Posa il capo su un sasso e la sognò. Si ribellò che ancora non l'avevano decapitato.
Guardò in alto cercando il suo carnefice e lo trovò crocifisso.
Poi gli dissero di levarsi e andarsene. Lui non aveva osato insistere; lo avevano umiliato,
non c'è dubbio. Ma l'avrebbe rivista.

Se fosse stato loro il palazzo moresco, sarebbe anche vero oggi che le sue ossa figurerebbero
sui velluti rossi, nella cripta della Cattedrale di Otranto.
Incastrate, nel prodigio che le vuole ancora rivestite di carne,
dopo tanto; come in quell'altro tutto suo miracolo che dopotutto la pensava ancora...

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